pensieri.parole.fantasia: LA CACCIATRICE IMMORTALE....mini storia parte 3

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martedì 29 gennaio 2013

LA CACCIATRICE IMMORTALE....mini storia parte 3

Guardando la mia amica presa da spasmi e lacerazioni che le coprivano il corpo mi catapultai su di lei. Kol mi afferrò per le braccia talmente forte da farmi male. I suoi occhi imprigionavano in un incantesimo che non riuscivo a spezzare. << Jasmine! >>. continuai a urlare alla mia amica che si contorceva a terra dal dolore. Vins se la rideva, i canini sporgenti fuori la bocca mettevano i brividi, dalla sua gola ne usciva un suono animale e spaventoso. << se non ti muovi farò il prima possibile >>. Mi sussurrò la voce soave di colui che era la mia morte. Mi divincolai ma mentre urlavo ancora il nome della mia amica due zanne mi perforarono di nuovo la carne. Fu una fitta spaventosa, mi inondava di calore e contemporaneamente mi svuotava. I miei occhi si riempirono di lacrime. Nel suo morso non sentivo in Kol la sete che aveva Vins mentre mordeva la mia amica agonizzante, era come se gli dispiacesse in fin dei conti, come se non aveva altra scelta. Per un nano secondo provai compassione, poi con gli occhi gonfi di lacrime ripresi il comando dei miei pensieri. Con una testata indietro mi liberai dalla sua presa. Corsi dalla parte di Vins e con una forza che non sapevo da dove venisse scaraventai il biondo demone lontano da Jasmine. La afferrai, il morso era profondo sul suo collo, perdeva molto sangue, poi i suoi occhi cambiarono di colpo, diventarono come il ghiaccio, venati di nere vene. I suoi denti fuoriuscivano come quelle di una bestia affamata. << andrà tutto bene! >>. Dissi piangendo mentre la tenevo tra le mie braccia. Ma poi presa dalle convulsioni diventò aggressiva tentanto di mordermi le braccia. Un colpo avvertii, era il mio collo che si spezzava. Dopo di quello la mia vita si spense cosi, tra le braccia di due angeli che venivano però dall'inferno più buio. Come se fossi tornata a respirare dopo un tempo interminabile sott'acqua presi un respiro che mi fece sollevare da terra. Ero sola in quel vicolo, dove pochi istanti prima sapevo di essere morta; ma cosa era successo? mi domandavo. Nel pallore della sera che era ormai giunta mi guardai l'avambraccio dove scorrevano dei rivoli di sangue ormai secco. C'era un morso, non come quello di Kol, era come quello che avevo visto sul polso di Jasmine poche ore prima. Alla fine lei era riuscita a ferirmi. Guardai attentamente la ferita che secondo dopo secondo si richiudeva sparendo del tutto. Rimasi senza fiato, allora era vero, ero diventata come loro. Di scatto a un rumore di auto mi spostai spaventata dietro un cassonetto, ma non c'era anima viva. Mi scansai i capelli dalle orecchie, sentivo rumori a chilometri e chilometri di distanza come se fossero li a pochi centimetri. Ero diventata un mostro. Mi sentivo strana. Ero diversa, fredda, vuota. Mi sollevai in piedi, la mia vista riusciva a vedere al buio. Se mi concentravo vedevo in bianco e nero come un lupo e molto più lontano di qualsiasi umano. Mi coprii gli occhi. Ero stata morsa da entrambi i mostri, cosa mi sarebbe successo?. Lasciai la mia macchina a casa di Jasmine, e tornai a casa di corsa, sentivo una scarica di adrenalina addosso che non sapevo spiegarmi, correvo veloce come il vento, e non mi stancai minimamente.I miei non c'erano a casa, il nonno era solo, ma non volevo affrontarlo. Con un balzo attraversai la finestra al secondo piano della mia camera e la chiusi all'istante. Feci una doccia calda, e l'immagine di Jasmine mi tornò in mente, era morta, loro l'avevano uccisa, e io non glie l'avrei fatta passare liscia, sarebbero morti anche loro, li avrei trovati e ammazzati senza pietà come loro avevano fatto con noi. Misi talmente tanta enfasi e rabbia nei miei pensieri che distrussi letteralmente il lavandino del bagno. Poi iniziò il dolore che mi  invase più della rabbia e della vendetta. Era un dolore atroce, come se il mio corpo stesse rigettando le mie viscere. Mio nonno lo sentii e arrivò su in camera. tentai di buttarmi di peso sulla porta, ma era troppo tardi. << non entrare! >>. Urlai. << Sasha che succede! >>. Il pomello scattò, e successe l'inevitabile. << o cazzo! >>. Mio nonno si portò le mani alla bocca. << tu sei una di loro!, l'uomo  dell'oscurità ha assaggiato il tuo sangue >>. Cercai di respirare, ma non ci riuscivo, sentivo una stretta al collo che mi soffocava. Poi fu tutto un attimo. Scattò via, ma questo fece scattare qualche cosa in me. Rantolai un verso animale e gli corsi dietro. Gli afferrai le caviglie e cadde a terra. Con estrema facilità lo alzai da terra fino dove arrivava il mio braccio. In lui ormai non vedevo più una figura, vedevo solo una fitta rete di linee violacee cariche di sangue. << se lo fai, la tua anima sarà perduta per sempre! >>. Gracchiò il vecchio sotto la stretta della mia potente mano. Ma non lo ascoltavo nemmeno. In quel momento sentivo solo la mia sete. Una fitta alla bocca mi fece abbassare lo sguardo, quattro denti ne sporgevano; due sopra e due di sotto, affilati, assassini. Non riuscii a trattenermi, e affondai le fauci nella tenera carne. La frenesia era accecante, una sfilza di emozioni e energie mi passavano dentro, come se mi stessi rinvigorendo, come se la mia batteria si fosse ricaricata. Sentivo le sue paure tramite il suo sangue, ma questo non faceva che attivare la mia fame da predatore. Lo prosciugai, bevvi il suo sangue fino all'ultima goccia, e lo scaraventai come un guscio vuoto. Un richiamo silenzioso mi chiamava fuori. Alzai gli occhi al cielo, e il sangue sul mio viso intriso al bagliore pallido della luna mi portava via l'anima facendomi diventare la creatura perfetta, l'assassino perfetto. Allungai le braccia, il pallore della luna uscii dal mio torace, l'immagine della mia anima se ne andava lontana, lontana come i miei sensi di colpa, mi sentivo libera, e potente, dannatamente potente, D'istinto cercai di afferrarla, ma era troppo tardi, ero rimasta solo io, la mia nuova me e i miei istinti omicidi. Mi guardai alla finestra. I capelli cambiavano colore, le punte rosse come il fuoco fino a raggiungere la radice, la pelle diventava più argentea. Gli occhi divennero rossi come rubini e si venarono di nero per pochi secondi. Fissai la mia nuova immagine allo specchio e sorrisi. Sorrisi e mi avventurai in città in cerca di cibo che mi desse ancora quella frenesia che tanto bramavo e che nessuno mi avrebbe tolto.

1 commento:

  1. GRAZIE A TUTTI PER I G+......... UN BACIONE A TUTTI VOI.....A PRESTO PER IL SEGUITO

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