pensieri.parole.fantasia: LA GUARDIANA E LA CREATURA ERRANTE.....mini storia parte 4

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sabato 30 marzo 2013

LA GUARDIANA E LA CREATURA ERRANTE.....mini storia parte 4

Melany si svegliò completamente zuppa d'acqua; nella sua mano era tornato il pugnale dall'elsa d'argento che aveva perso poco prima. Nella sua testa risuonava una voce " non era cosi che lo avevo immaginato". Sembrava quasi un sussurro, tanto che a lei sembrò un sogno. Cosa era successo li sotto. L'ultima cosa che ricordava erano dei grossi e argentei tentacoli che le infilzavano la pelle con i suoi finissimi spilli. Si sentiva svuotata e sapeva anche perché; stava per prenderle la vita risucchiando tutto ciò che era. Ma cosa era successo, perché non era morta li sul fondo dell'oceano?. E poi quella voce, quella splendida voce risuonava nella sua testa morbida come la seta, scivolava come una goccia di rugiada sulle foglie del mattino. Si guardò in giro e capì, si trovava sulla sponda orientale, a pochi minuti da casa sua. Come c'era finita li?. Impaurita e con il pugnale alla mano arrivò davanti casa sua. Le urla si sentivano a klm. Era la prima volta che sentiva quella che era sua madre urlare in quel modo. - come hai potuto lasciarla li  sola con quell'essere. Le mani di suo padre batterono sul tavolo, lei lo immaginava col volto di marmo insensibile come sempre. - e cosa dovevo fare, rischiare la vita per lei, che non è neanche il mio sangue; la mia vita vale di più di quella mezza creatura errante. Sapeva ciò che pensava di lei, ma ogni volta era una pugnalata. -  è una ragazza Andrew, è cresciuta con noi da quando era in fasce, anche se le sue discendenze sono quelle di una creatura errante lei non ha acquisito tale potere, come puoi parlarle cosi . Aprì la porta, ne aveva abbastanza di tutti quei "complimenti"  poco apprezzabili. Le mani di Maryanne si avvolsero intorno alla sua schiena, attaccandole ancora di più la camicetta azzurra al corpo. -  Dio mio, ero cosi preoccupata, stai bene! -. Melany era contenta di quella dimostrazione d'affetto, ma non era dello spirito giusto per apprezzarne i benefici. -  se non vi dispiace io salgo su in camera, sono molto stanca . Sua madre non disse nulla, si limitò a lasciarla andare guardando di traverso quello che doveva essere un padre amorevole; ma in realtà era solo un'uomo senza cuore ne amore. Jared era ben nascosto, dietro il comignolo della casa accanto, doveva assicurarsi che lei fosse stata al sicuro. Era distrutta, glie lo leggeva in faccia. Si tolse i vestiti bagnati, Jared fece per voltarsi, non era di certo un guardone, eppure il suo viso si ritrovò a voltarsi contro ogni sua volontà. Per lui era come la luna, cosi pallida, cosi luminosa, cosi misteriosa e tenebrosa, come chi ha dentro di se tutti i segreti del mondo. Ogni cellula del suo corpo gli diceva di entrare li e abbracciarla, stringerla forte e sentire il profumo della sua pelle sulla sua, di accarezzarne ogni centimetro, di premere di nuovo quelle labbra che ora erano rosse come rubini. Ma sapeva che non poteva, se lo avesse fatto l'avrebbe messa solo in pericolo. La mattina seguente a scuola Gabby e Darren la bloccarono in sala mensa. -  ma si può sapere che fine hai fatto ieri?. Sbuffò in cerca di una scusa plausibile per dire alla sua amica. -  ho avuto problemi con l'alcol, e sono tornata a casa. Darren era irritante molto più del solito. -  non mi prendi in giro piccola stupida; ti ho visto andartene via con quel tipo, quello della mensa . Le aveva afferrato il polso e le faceva male. -  Lasciami subito andare, e poi se non lo sapessi ancora, NON stiamo insieme, e MAI accadrà una cosa del genere neanche se mi preghi in ginocchio. Lui era furioso, non era abituato a ricevere un no, e lei era stanca di essere trattata come una sua proprietà. Due mani la spinsero via con delicatezza, una figura si parò davanti a lei, alta, definita. il cappuccio di una felpa a maniche corte blu scuro ricadeva lungo la schiena, capelli d'oro come il sole brillavano. -  ti ha detto di lasciarla stare!. La sua voce era cosi familiare. -  levati di mezzo biondino se non vuoi una bella dose di pugni su quella faccia da boys scout. Darren prese il colletto della sua maglietta. -  lei è mia. Jared lo prese a sua volta per il colletto della maglia, gli bastò un piccolo sforzo, e lo scaraventò con la faccia spiaccicata sul tavolino. Melany era di stucco. -  tutto ok? ti ha fatto del male?. La osservava con cura. -  no, tranquillo, stò bene. Ed era vero, in quel momento si sentiva incredibilmente bene e a suo agio. -  vieni, mettiamo un pò d'acqua su quel polso. Lei acconsentì, lasciando Darren nelle mani dell'amica Gabby, che non sembrava esserne dispiaciuta. Uscirono dall'istituto, e si diressero al parco li davanti. Si sedettero sotto un albero, faceva caldo e si stava bene. -  non so come fai a sopportarlo . Disse lui strappando dei fili d'erba quasi volesse strappare via i suoi pensieri. -  io non lo sopporto infatti, ma è sempre tra i piedi, è una fissazione la sua . Melany si poggiò sui gomiti e riuscì a vedere tutta l'immagine di lui. Era cosi carino che le faceva girare la testa. poi si trovò a guardare il cielo, le nuvole avevano delle forme strane. -  guarda, quella li sembra un incrocio tra un aquila e un cane...Un "quilane". le usci spontanea una risata, quando si sentiva sotto pressione si concentrava su ciò che aveva intorno per scaricare il nervosismo. Jared fissò attentamente la nuvola. -  bhè, potrebbe essere....maaaaaa non era proprio cosi che lo immaginavo se lo dovevo immaginare in qualche modo. Si voltò verso di lei ridendo, e delle ciocche di capelli li caddero davanti agli occhi. Improvvisamente nella sua testa scattò qualche cosa " non era cosi che lo avevo immaginato". quella frase che le era rimasta impressa a fuoco nella sua mente aveva trovato un riscontro; ed era identica alla voce di Jared. Si bloccò, cercò di ricordare quella notte in mare, ricordava solo una figura. Nella sua mente iniziò a prendere forma un'idea; e cioè che era stato lui a tirarla fuori dall'acqua, ma perché scappare?. Stava per fargli la domanda, ma vennero interrotti bruscamente. -  ti avevo detto di starle lontana . Darren aveva un coltello e lo puntò alla gola di Jared. -  Darren metti via il coltello. Lo sguardo di Melany era di puro terrore. Non riusciva a far tacere il suo cuore, pompava forte impaurito, non doveva fargli del male, nessuno doveva fargli del male. Gli occhi le si gonfiarono di lacrime. La terra iniziò a tremare, tutto intorno a Melany si formarono delle trombe d'aria; più guardava il coltello puntato sulla gola di Jared più la sua forza aumentava. -  LASCIALO STARE! - . Melany urlò forte e  uno dei tornado li colpi in pieno, e li scaraventò agli opposti. Melany corse subito da Jared, rivoli di sangue caddero sul dorso della sua mano mentre si chinava verso di lui preoccupata. -  Jared, Jared stai bene!. Mel non riusciva a capire cosa fosse accaduto, era la prima volta che riusciva a fare ciò che aveva fatto, si, delle volte se si concentrava a dovere ne usciva qualcuno piccolino, ma mai di quelle dimensioni; quasi più alte di un'uomo. Sollevò la testa del ragazzo, che preoccupato per lei te tolse via il sangue. Aveva la faccia sconvolta, come uno che aveva mille domande da fare e solo pochi secondi per farle. -  merda . Jared si guardò la manica e il palmo della mano, erano zuppi d'acqua, doveva correre via prima che la trasformazione lo avrebbe trasformato in un tritone davanti a tutti. Si inoltrò nella foresta sperando che nessuno lo seguisse, ma cosi non fu, Melany sempre più velocemente si avvicinava a lui ad ogni passo. Ormai era inevitabile; si tuffò nel lago e aspettò che la magia dell'acqua lo avrebbe richiamato a se.

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